Flexicurity represents a strategy based on the attempt to combine the ability to guarantee valid jobs and adequate social security for the largest number of people. It translates into a plan based on the simultaneity of interventions that increase flexibility and those that improve social security so that transitions from one job to another do not become precarious and a source of insecurity for workers. In fact, an action in favor of the former alone could lead to less protection of the workers concerned. Conversely, measures aimed solely at increasing job security may generate less flexibility than is necessary to be competitive on national and international markets. Introduced simultaneously, job flexibility and job security can be mutually supportive.
The objective should be pursued by drafting legislation and contracts aimed at supporting occupational transitions, which may consist of voluntary unemployment (training periods, different types of leave) or involuntary (dismissal for economic or personal reasons), but also in the transition without inactivity (from atypical employment contracts to other temporary contracts or to a stable full-time contract).
To enable this transformation and the resulting demand for employability and social protection, a close social partnership and public support will be needed to ensure balanced and adequate packages of measures. A Community debate has begun on this principle, and on the methods of implementation of the legal policies that implement it, from which documents of interest both for the Community institutions and for the social partners have emerged.
However, the flexicurity strategy proposed by the European institutions seems to ignore an important element, namely the possibility for individuals to choose between flexibility and security in building their own lives.
La flessicurezza è una strategia basata sul tentativo di coniugare la capacità di garantire una buona occupazione e un'adeguata sicurezza sociale per il maggior numero di persone possibile. Si tratta di un piano basato su misure simultanee per aumentare la flessibilità e migliorare la sicurezza sociale in modo che il passaggio da un lavoro all'altro non sia destabilizzante e fonte di insicurezza per i lavoratori. Infatti un'azione a favore solo della prima potrebbe portare a una minore protezione dei lavoratori interessati.Al contrario, le misure volte esclusivamente ad aumentare la sicurezza dell'occupazione potrebbero generare meno flessibilità di quanto sia necessario per essere competitivi sui mercati nazionali e internazionali. Introdotte simultaneamente, la flessibilità del lavoro e la sicurezza dell’occupazione possono sostenersi a vicenda.
L'obiettivo dovrebbe essere perseguito attraverso l'elaborazione di una legislazione e di contratti a sostegno delle transizioni occupazionali, che possono consistere nella disoccupazione volontaria (periodi di formazione, diversi tipi di congedo) o involontaria (licenziamento per motivi economici o personali), ma anche nella transizione senza inattività (da contratti di lavoro atipici ad altri contratti temporanei o a un contratto stabile a tempo pieno).
Per consentire questa trasformazione e la conseguente domanda di occupabilità e protezione sociale, sarà necessario uno stretto partenariato sociale e un sostegno pubblico per garantire pacchetti di misure equilibrati e adeguati.
Su questo principio, e sulle modalità di attuazione delle politiche giuridiche che lo attuano, si è aperto un dibattito comunitario da cui sono emersi documenti interessanti sia per le istituzioni comunitarie come anche per le parti sociali.
Tuttavia, la strategia di flessicurezza proposta dalle istituzioni europee sembra ignorare un elemento importante, ossia la possibilità per i singoli individui di scegliere tra flessibilità e sicurezza nella costruzione della propria vita.