Il licenziamento collettivo costituisce una difficile sfida sia per la contrapposizione tra libertà dell’impresa di dimensionare in modo ottimale la propria organizzazione ed interesse dei dipendenti al mantenimento dell’occupazione, sia per l’articolazione non di rado conflittuale tra l’interesse collettivo ed i molteplici interessi individuali dei lavoratori, a loro volta in competizione tra loro. Il tutto senza trascurare il ruolo dei soggetti pubblici di governo del mercato del lavoro. In questo quadro, il saggio ripercorre le ragioni economiche ed i fondamenti giuridici dell’adozione delle due direttive 75/129 e 92/56, composte entro la direttiva 98/59, con un’analisi minuziosa delle scelte normative del legislatore comunitario e, quindi, degli equilibri prescelti, anche alla luce dei pochi ma importanti pronunciamenti della Corte di giustizia