Si esaminano gli aspetti principali della normativa italiana sull’immigrazione per lavoro e dell’applicazione che ne è stata data negli anni 1987-2004. Si evidenzia come il difetto principale dell’impianto legislativo consista nel non tener conto in modo adeguato della necessità, ai fini della costituzione del rapporto di lavoro, di un incontro diretto tra datore di lavoro e lavoratore. Si propone un modello di politica di immigrazione alternativo alla politica delle quote, e se ne discutono le implicazioni con riferimento alla possibilità di definire, in analogia con il diritto d’asilo, un diritto di immigrazione. Si valutano infine le chances di accoglimento di questa proposta alla luce degli sviluppi del processo di armonizzazione europea della normativa sull’immigrazione