Trieste, Italia
Il saggio prende in esame il ruolo svolto dai più rappresentativi sindacati italiani del pubblico impiego dall’inizio degli anni Novanta a oggi. Il punto di avvio è la constatazione che questo periodo è stato contrassegnato da una serie di crisi economiche e politiche e che i governi hanno fatto leva sulla spesa per il pubblico impiego come uno strumento di politica economica: i più rappresentativi sindacati italiani del pubblico impiego hanno dovuto subire vari colpi, come ad esempio la progressiva riduzione della forza lavoro nel settore pubblico, l’aumento dell’età pensionabile e il congelamento dei salari. Tuttavia, il saggio mostra che i più rappresentativi sindacati del pubblico impiego hanno continuato a costituire una risorsa per i dipendenti pubblici durante gli ultimi trent’anni. Il saggio sostiene quindi che i più rappresentativi sindacati del pubblico impiego hanno mostrato una resilienza rimarcabilmente adattiva a dispetto del contesto avverso cui hanno dovuto far fronte. Questo giudizio è formulato prendendo in considerazione alcuni parametri in una prospettiva longitudinale: tasso di iscrizione ai più rappresentativi sindacati del pubblico impiego; tasso di partecipazione alle elezioni per la rappresentanza sindacale; tasso di distribuzione delle delegazioni sindacali; tasso di complessiva sindacalizzazione del settore pubblico. Infine, il saggio offre anche alcune prospettive di ricerca future per analizzare ulteriormente la capacità di resilienza dei sindacati del pubblico impiego