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The judgment of Tribunale di Pordenone fully belongs to the body of case law examining the interpretation of Article 583 bis of the Italian Penal Code, a provision ad hoc introduced by the Italian Legislator twenty years ago to punish the crimes of mutilation and injury to female genital organs. This contribution, after reviewing the sparse case law prior to the ruling under consideration, reconstructs the factual situation underlying the judicial decision, providing a brief comparative analysis with the French legal system, whose assimilationist-integralist model, inspired by a logic of absolute formal equality, has led to a proliferation of trials in subiecta materia, even though the prosecution of the crime has relied on ordinary provisions concerning voluntary homicide, failure to assist and the so-called «coups et blessures»
La sentenza del Tribunale di Pordenone si inserisce a pieno titolo tra gli arresti che indagano l’esegesi dell’art. 583 bis c.p., la norma ad hoc introdotta dal Legislatore italiano vent’anni or sono per punire i delitti di mutilazione e lesione degli organi genitali femminili. Il presente contributo, dopo aver ripercorso la scarna giurisprudenza precedente alla pronuncia de quo, ricostruisce la vicenda fattuale sottesa alla decisione giudiziaria, proponendo un breve confronto comparatistico con l’ordinamento giuridico francese, il cui modello assimilazionista-integralista, ispirato a una logica di assoluta uguaglianza formale, ha condotto a una proliferazione di processi in subiecta materia, ancorché per la perseguibilità del reato si sia fatto affidamento alle norme ordinarie, concernenti l’omicidio volontario, l’omissione di soccorso e i c.d. «coups et blessures».
