Il salario minimo costituisce una pietra angolare del modello sociale europeo. Tre assi di analisi sono sviluppati nel saggio per sostanziare questa considerazione: la possibilità di un coordinamento in materia, come sembra prospettare il c.d. Pilastro europeo dei diritti sociali; gli esiti dell’interferenza della nuova governance economica europea sui minimum wage di alcuni Stati membri ed, infine, le assonanze, e le divergenze, dei diversi regimi nazionali di disciplina dell’istituto. In coincidenza con l’approvazione del c.d. Jobs Act, si è discussa in Italia l’ipotesi di un intervento legislativo in materia, secondo il modello nettamente prevalente in Europa. Forse anche a causa dell’interferenza della stessa governance macroeconomica della UE, su questa sperimentazione si è sviluppato un dibattito dai contorni ideologici e l’Esecutivo ha rinunciato ad intervenire. La prospettiva europea, e alcune caratteristiche endogene al regime italiano, legittimano il dubbio che si tratti di un’occasione perduta per contrastare alcuni elementi problematici del mercato del lavoro nazionale.